Per i più grandi di voi la parola V-Bucks significherà poco o nulla e Fortnite probabilmente è un nome che avete sentito pronunciare dai vostri figli o nipoti con gli amici. Che siate un Pro Player di Fortnite o semplici osservatori della prima ora, quella che si sta delineando in questa torrida vigilia di Ferragosto 2020 verrà ricordata come l'inizio della più clamorosa guerra commerciale (e legale!) mai avvenuta all'interno del pianeta "videogiochi". La guerra tra i creatori di Fortnite contro Apple e Google.
Indice
Articolo aggiornato in fondo in data 8 settembre 2023
I fatti: Fortnite ci prova, Apple lo banna, Epic Games fa causa
La guerra Fortnite contro Apple e Google è appena iniziata, ecco come e perché.
Con il rilascio di un aggiornamento, Epic Games ha consentito agli utenti iOS e Android di effettuare i propri acquisti direttamente all’interno del gioco, bypassando il sistema di vendita previsto dalle due piattaforme.
Vuoi acquistare 1000 V-Bucks? Risparmia 2 euro: anziché 9,99 paghi 7,99. Il gioco è semplice e ad Epic conviene perché non passando per i due colossi, che ne prenderebbero 3, guadagna altrettanto ed anche di più. In realtà però è stato come lanciare il sasso nello stagno, ed Epic lo sapeva bene.
A questo punto entrambi i colossi hanno deciso di escludere Fortnite dai propri stores virtuali per aver violato i termini contrattuali da Epic stessa sottoscritti.
Epic Games a questo punto ha messo in atto una serie di passaggi che lasciano intendere chiaramente quanto fosse pianificata e definita la sua strategia. Ha subito richiesto ad un giudice federale di intimare Apple di interrompere la sua “condotta anticoncorrenziale” e di modificare le condizioni commerciali che l’azienda di Cupertino ha posto in essere fino ad oggi, chiedendo a tutti gli sviluppatori di App di pagare loro il 30% delle transazioni rispetto al giro d’affari generato su App Store e sul Play Store di Android.
La parte più divertente (non perdetevela!) riguarda la parte di comunicazione, tra poco ve la racconto e mostro.
Il motivo del contendere, SOLDI!
Alla base delle motivazioni che hanno portato Epic Games a lanciare il guanto di sfida ad Apple e Goolge c’è ovviamente la questione commerciale, soldi, tanti soldi. Vediamo quanti.
Solo nel 2019 Fortnite ha incassato qualcosa come 1,8 miliardi di dollari, parliamo di circa 3.000€ al minuto. Tutto questo senza considerare le attività di merchandising, licensing e chi più ne ha più ne metta.
Si capisce bene che la questione non è di poco conto. Lo è ancor di più se pensate che il mercato dei videogames ha chiuso il 2018 con un fatturato di 138 miliardi di dollari, cinema (42 miliardi) e musica (36 miliardi) assieme generano circa la metà!
Fortnite nel mondo, numeri e curiosità

Prima di entrare nel merito della stoccata scagliata da Epic Games contro i due colossi della Silicon Valley, vorrei darvi un quadro di cosa rappresenti Fortnite in tutto il pianeta.
Solo quest’anno i giocatori di Fortnite sono arrivati a giocare 3,2 miliardi di ore (!), raggiungendo picchi di giocatori online in contemporanea di oltre 12 milioni. Il totale di giocatori registrati si attesta a 350 milioni, un vero e proprio record assoluto. Numeri tanto spaventosi quanto ancora in crescita mentre il sottoscritto scrive questo articolo.
Il momento difficile di Apple, Google e non solo…
Quando poco fa scrivevo che la strategia di Epic è stata ben pianificata mi riferivo anche al contesto, mi spiego.
I big del settore in questo momento, e non mi riferisco solo ad Apple e Google ma anche Facebook e Twitter, sono sotto la lente d’ingrandimento del governo americano per presunti abusi di posizione dominante. Per questo motivo pochi giorni fa sono dovuti comparire davanti al Congresso per discuterne e per presentare le proprie ragioni.
Su questo argomento vi aggiungo il video del sempre ottimo Alessandro Masala.
Capite bene che questo elemento gioca fortemente a favore di Epic ed a mio modesto parere credo che il momento non sia stato scelto. Il contesto ed il relativo clima che si crea attorno ad esso hanno storicamente un ruolo importante rispetto ai successivi esiti.
Epic Games, la guerra di comunicazione
Lascio per ultima ma non per importanza la strategia di comunicazione adottata da Epic. A parere del sottoscritto un piccolo capolavoro.
“Epic Games has defied the App Store Monopoly. In retaliation, Apple is blocking Fortnite from a billion devices. Join the fight to stop 2020 from becoming “1984.”
Epic Games
Con questa frase si conclude il contro-spot di Epic contro Apple.
Apple è nata sotto il segno di Steve Jobs, colui che ha sfidato un sistema fortemente colonizzato da altri player in quel momento, sbandierando una rivoluzione concettuale affermatasi a colpi di innovazione contro i potenti come Microsoft del settore informatico.
Oggi che il potente è Apple, quella rivoluzione arriva direttamente dalla pancia della società californiana. Epico con un colpo di spugna prende a prestito il più famoso e pluripremiato spot della stessa Apple del 1984 e lo fa suo con un gioco che sovverte i pesi e mette dalla parte dei “cattivi” Tim Cook e compagni. L’hashtag #freeFortnite in poche ore è trending topic un po’ in tutto il mondo.
La guerra Fortnite contro Apple e Google è appena iniziata, come finirà? Nell’attesa gustatevi la comparazione dei due spot nel video qui sotto.
Apple costretta a cambiare?
Le prime sentenze a favore di Apple
Epic Games autodichiarandosi colpevole di aver infranto le regole dell’App Store è inevitabilmente andata incontro a multe milionarie. Nonostante però la prima sentenza abbia assolto Apple da gran parte delle accuse mosse da Epic, il giudice ha però anche stabilito che l’azienda di Cupertino ha violato le leggi sulla concorrenza dello stato della California, intimandola ad abilitare i propri utenti ad utilizzare anche sistemi di pagamento alternativi al proprio.
Al momento, però, questo non è ancora avvenuto.
La parola alla Corte Suprema
Dopo le prime sentenze a favore di Apple la parola è passata alla Corte Suprema degli Stati Uniti, cui si è rivolta Epic Games per consentire agli sviluppatori di App iOS di utilizzare anche strumenti di pagamento esterni a quello dell’App Store per gli acquisti in-app. Questo almeno finché la battaglia legale è in corso. Per il momento, quindi, Apple non è obbligata a modificare le sue norme anti-steering che riguardano per l’appunto il divieto di dirottare verso servizi di acquisto alternativi gli utenti che effettuano acquisti in-app sullo store Apple.
Lo scorso aprile è arrivata la conferma della sentenza originale da parte della Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Nono Circuito. Apple non è accusata di comportamenti monopolistici, ma deve aprire lo store per dispositivi iOS a metodi di pagamento esterni. La sentenza, però, è stata congelata. A luglio, infatti, lo stesso tribunale ha concesso ad Apple una sospensione di 90 giorni per presentare un appello alla Corte Suprema. Ed è qui che è tornata in campo Epic che ha chiesto alla Corte suprema di annullare la decisione del tribunale di grado inferiore, ma ha dovuto incassare la respinta del giudice Elena Kagan.
Nel frattempo la battaglia contro le norme anti-steering si è estesa all’Unione Europa laddove Apple ha ceduto terreno in Olanda e dovrà presto fare i conti con le nuove norme del Digital Markets Act (DMA) che entrerà in vigore nel 2024 e obbligherà Apple ad aprire anche alla possibilità di scaricare app e giochi per iOS da piattaforme diverse dall’App Store.