Non dimenticherò mai il mio primo giorno d’esami di terza media. Tema d’italiano. La mia prof, a pochi secondi dalla lettura dei titoli, passa accanto al mio banco. Mi fissa e dice, dandomi insolitamente del lei “…oggi non cerchi di fare il suo capolavoro”.
Due lezioni imparate
Grazie a quell’episodio ho imparato due lezioni: la prima è che si deve stare sempre con i piedi per terra e focalizzare l’obiettivo.
La seconda è che anche i professori sbagliano e per questo motivo, nel tempo, l’ho perdonata.
Fondamentalmente la prof aveva ragione, ma usò il modo peggiore per dirmelo e per questo motivo capii solo anni dopo il significato delle sue parole. Sul momento mi rimase impresso solo il suo ammonimento e non il senso di quello che sono convinto volesse intendere.
Oggi mi trovo qui, in qualche modo ad affrontare una sorta di nuovo esame (è proprio vero che non finiscono mai!), anche se in questo caso sono io ad averne deciso il titolo. Per la legge del contrappasso però, la commissione giudicante è ben più complessa da decifrare.
Indice
Il Cosa
Ho diverse passioni nella vita ma una che sicuramente ho sempre e solo condiviso con amici e parenti è sicuramente quella per i bar ed i ristoranti. Quella che di solito condivido maggiormente è la seconda, anche perché la cultura dei bar o delle pasticcerie sembra interessare a pochi.
Si dice sempre che la colazione sia il pasto più importante della giornata ma poi si va spesso solo nel bar sotto casa. C’è fretta la mattina, lo so. Per i ristoranti però i nostri zii o nostri genitori si animano, specialmente nei fine settimana di una voglia quasi ossessiva di trovare il miglior piatto di pasta, in quote abbondanti, al minor prezzo possibile. In tutte le famiglie italiane c’è almeno un personaggio così, non neghiamolo.
L’influenza di mio padre
Non sono bravissimo a cucinare e non ho frequentato accademie gastronomiche o corsi di specializzazione, ma l’influenza più marcata su di me in tal senso la devo a mio padre, influenza che ha origine dalla sua esperienza lavorativa come camionista per almeno una quindicina d’anni. No, non iniziate a pensare a Chef Rubio o alle serie TV. Nella seconda metà degli anni ’60 le cose erano molto diverse e più che conoscere trattorie ed osterie, mio padre conosceva tutte le migliori materie prime di ogni zona geografica. Spesso le assaggiava direttamente a casa di amici, conoscenti o clienti. Ancora oggi quando giriamo assieme il bel paese sembra conoscere ogni cartello stradale, ogni città, ogni via delle zone più nascoste della provincia italiana. Una memoria storica di luoghi, profumi e colori che non potete immaginare.
Tutta quella conoscenza, accumulatasi in anni di viaggi, si è poi evoluta e tutt’oggi mio padre riceve chiamate da amici e parenti che si trovano qua e là per l’Italia per chiedere a lui, in sostituzione spesso delle note guide, dove andare a mangiare.
Credo che questa passione mi sia stata trasmessa per emulazione. Può sembrare banale da dire, ma volenti o nolenti siamo tutti figli della nostra famiglia.
Argomento Viaggi, yesss
Un altro argomento che sicuramente prima o poi affronterò sarà quello dei viaggi. Non sono uno di quelli che quando ha 24 ore di tempo fa la valigia e scappa, anche se ho un’invidia pazzesca di chi ha questo piglio. Quando ho qualche soldino e un po’ di tempo, cerco però sempre di progettare qualche bel viaggetto. Prima o poi ve ne parlerò, statene certi.
Anche se mentre scrivo il mio menu di navigazione ha solo poche voci, per il momento mi fermo qui riguardo al “Cosa”. Spero presto di aggiungere, aggiungere e aggiungere.
Il Come
Quello che ho dovuto decidere prima di condividere questo post non è stato soltanto cosa scrivere, ma anche come farlo.
Per la verità il “come” è ancora in corso di definizione. Non so ancora se continuerò dandoti del “tu” o dandovi del “voi”, se mi ostinerò ad usare forme passive o lunghi periodi, contro il volere delle best practice SEO (per rendere il blog più indicizzabile).
Non so ancora che direzione prenderà questo blog e se qualcuno mai lo leggerà. Per ora so solo che mi piace l’idea di condividere una parte della mia vita, senza dire e mostrare troppo di me. Non è molto ortodosso, ma per il momento non credo interessi a qualcuno.
Il Quando
Siamo al terzo punto, il “quando”. Questo l’ho dovuto per forza definire e per farlo mi sono voluto un po’ divertire, mi spiego.
L’idea del Capodanno 2019
Mancano pochi giorni a capodanno mentre scrivo ed il web è in pieno fermento con migliaia di post sui buoni propositi per il 2019. Fate questo, fate quello, smettete di fare quell’altro. C’è persino chi riesce a convincersi di cambiare vita grazie al passaggio da un anno all’altro.
Dato che non sono un amante delle cose preconfezionate, delle ricorrenze e delle feste a tema, ho provato per un attimo a riflettere su quanto ogni popolo ed ogni cultura abbia bisogno di pensare se stessa all’interno di un determinato ambito di riferimento. Sia esso un anno, un calendario, un costume, una festività o una celebrazione e poi, visto il momento, ho cercato in rete quanti siano i capodanno di ogni popolo: cinese, europeo, indonesiano, sudamericano, ecc. Beh, praticamente ce n’è uno per ogni mese dell’anno!
Per questo motivo quando ho letto alcuni buoni propositi per il nuovo anno ho pensato che ioSonoSimo dovesse sfuggire a queste catalogazioni. Del resto se una cosa va fatta, meglio farla subito. Ho deciso quindi che il piano del mio blog prevedesse il lancio prima di capodanno e che i miei buoni propositi non dovessero essere messi in pratica nel 2019, ma ora, qui e adesso.
Il timing dei miei futuri post
A questo punto l’ultima cosa da decidere è ogni quanto pubblicherò un post. Dato che faccio un lavoro che occupa gran parte della mia giornata, non credo potrò dedicare tutto il tempo che voglio allo studio dei miei contenuti. La promessa che vi faccio (e che mi faccio) è che per il primo anno pubblicherò almeno un post al mese tutte le prime domeniche di ogni mese. Volete sapere perché la prima domenica? Beh, questo è un segreto, ma come tutti i segreti dichiarati prima o poi ve lo rivelerò se mi seguirete.
Il Perché
Il “Perché” di questo blog? Ad essere sincero non so il perché, ma non perché siano fatti miei (questa la capiscono solo quelli della mia età), il fatto è che non lo so ancora! Forse voglio solo dire al mondo qualcosa di me per capire se esistano esseri umani ai quali possa interessare. Forse superati i quarant’anni si inizia a pensare che un blog possa risolvere qualche problema della vita, o forse penso di saperne più di tutti di qualcosa ed ho bisogno che quei tutti mi dicano che non è vero.
A volte le cose si fanno perché si è scoperto qualcosa, ma altre volte le si fanno perché si vuol scoprire qualcosa. Questo progetto in tutta probabilità si regge sul secondo presupposto. Come ho scritto qua e là in questo sito, lo scopo è anche terapeutico. Perché tanti di quei “forse” che ho scritto significano, forse, una cosa sola: perché no?
Due parole finali sul payoff
La scelta di questo payoff, come dicono i bravi comunicatori, non è rappresentativa dei miei contenuti e non ha nulla o quasi a che vedere con ciò che scrivo. Più che di qualcosa di me vuol significare qualcosa dell’approccio con cui affronto ogni cosa, compresa la scrittura di questo blog.
Se è vero che la vita non ha senso se non ci si mette in gioco, allora direi che anche questo blog in qualche modo è una sfida, e vale almeno un’esame di terza. Del resto se pensate che ogni mese nel mondo vengono pubblicati circa 75.000.000 di post da oltre 7.000.000 di persone e che i lettori mensili sono appena, si fa per dire, 22.200.000. Vuol dire che ogni lettore dovrebbe leggere almeno 4 post al mese per poter dare a tutti i bloggers una possibilità di sopravvivenza. Ammazza che ansia.
Sono profondamente convinto che (quasi) ogni essere umano abbia ciò che merita. Guerre o sfighe nere a parte ovviamente. Il merito per come lo intendo ha un raggio d’azione limitato, ed arriva fin dove esiste per ognuno la possibilità di affermare se stesso, nel bene o nel male.
Penso che ad ognuno di noi sia riservato un posto quando nasciamo, migliore per alcuni e peggiore per altri, ma penso anche che ci siano tanti posti liberi in attesa di essere occupati. Sta a noi alzare il culetto ed andarlo a poggiare dove più desideriamo. Anche le difficoltà se viste con gli occhi giusti possono rappresentare un volano verso il cambiamento, un occasione e non solo un problema.
Se in questo piccolo, neonato ed ancora insignificante progetto di pubblica scrittura c’è del buono, devo essere io capace di tirarlo fuori e come suggeriva la mia prof d’italiano, state tranquilli non cercherò di fare il mio capolavoro.