Qualche tempo fa, di ritorno da un viaggio in Toscana alle Terme di Saturnia, ho deciso di effettuare una piccola deviazione in direzione San Casciano dei Bagni. La mia curiosità era rivolta in realtà a Fighine, un piccolo borgo situato sulla cima dell’omonima frazione. Qui si trova il ristorante Castello di Fighine, una piccola perla incastonata in una location davvero unica, dove si respira il sapore del Medioevo e dalla quale si possono ammirare sia la Valdichiana che la Valle del Paglia.
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Visitare il castello di Fighine è come tornare indietro nel tempo. I primi cenni di questo luogo risalgono infatti all’anno 1058. Qui convivono simbioticamente “borgo” ed “hotel” e le piccole case dei pochi abitanti si contano sulle dita di una mano.
Indice
Più hotel o più ristorante?
Lasciata l’auto appena fuori la cinta muraria si sale a piedi dalla porta principale, qui si può già ammirare l’imponente castello, trasformato oggi in hotel di lusso.
L’albergo è frequentato da una clientela internazionale, il fatto stesso che il loro sito sia localizzato esclusivamente in lingua inglese mi permette di non aggiungere altro su chi siano gli avventori di questo meraviglioso luogo di vacanza.
Il ristorante del Castello è diretto dall’Executive Chef Heinz Beck mentre le redini della cucina sono in mano ad un suo allievo, l’Head Chef Gianluca Renzi. Non sono un critico gastronomico e non mi sento all’altezza di poter giudicare se il secondo si possa definire un degno allievo del suo maestro. Posso però affermare di aver passato tre ore di vero piacere, per la mente, per lo spirito…ma anche gola ed occhi non si sono lamentati. Tre ore di coccole, nelle quali grazie soprattutto allo Chef ed all’eccellente personale di sala si è trasportati in una dimensione insolita e assolutamente amabile.
L’impatto del ristorante
Sin dall’ingresso, se lo si fa d’estate, si ha modo di assaporare un atmosfera d’altri tempi. Se avrete occasione di pranzare all’aperto, la terrazza che si presenterà di fronte a voi non vi lascerà indifferenti.
Ma non perdiamo altro tempo e partiamo subito con l’esperienza culinaria e per fare questo vi introduco subito il menu.
Il menu
Semplice ma non troppo, vi è indicato tutto ma…non tutto. Perché per sorprendere il cliente ci vuole anche questo!
Appena seduti il servizio non lascia nulla al caso. Dall’acqua, al pane, fino ad alcuni piccoli assaggi che preparano il palato al pranzo, è tutto davvero molto curato e divertente da scoprire.
Prima del Primo
La prima sorpresa in realtà non è nel piatto ma è “il piatto”, nel vero senso della parola. Sì, perché ad arrivare è una corteccia con al suo interno due foglie di salvia fritta, che amo, ed una nuvola di formaggio. Ottime.
Subito accanto vengono adagiate altre nuvolette di accompagnamento ma questa volta su di un letto di vero humus. Molto scenografico.
Poco dopo su di un tronchetto di legno arrivano impalcate altre prelibatezze. Qui l’effetto scenografico innesca la mia curiosità, cosa che mi ha portato ad osservare a lungo prima di gustare. Poi con la dovuta calma ho iniziato a pescare le quattro piccole perle di gusto. Non chiedetemi ulteriori dettagli, vanno provate.
Come se non bastasse, quasi a riempire ogni singolo istante dell’attesa che porta al primo piatto, arrivano altri piaceri. Prima una sorta di piccola tortilla con cipolla e verdure ma dal gusto estremamente leggero, subito dopo un sorso di succo al pomodoro fresco come a pulire e predisporre il palato in vista del piatto principale.
Ah, dimenticavo! In mezzo a tanta creatività ho apprezzato una micro degustazione di sali di origine orientale, ve li mostro qui sotto. Non sono né un appassionato né un esperto della materia ma quando ci aggiungi un ottimo olio toscano e del buon pane cotto a legna anche un semplice sale si trasforma in una piccola esperienza.
Una delle cose che non amo di molti ristoranti è che spesso non viene data la giusta importanza ai tempi. Non soltanto per non far aspettare troppo il cliente ma soprattutto per scandire correttamente le migliori modalità di fruizione di ogni piatto e permettere di apprezzarne il gusto. Su questo al ristorante Castello di Fighine c’è evidente attenzione, non ci si annoia e ci si sente coccolati come accade di rado.
L’antipasto
A questo punto fa il suo ingresso il primo piatto scelto, Cannolo di ricciola con verdure di stagione e granita di lemongrass e zenzero. La presentazione è impeccabile, il gusto è perfetto per la stagione e per il caldo che piacevolmente mi circonda e non posso che gustarmelo al cento per cento. Il mix di pesce, verdure è delicatissimo, il tutto è spezzato dalla croccantezza del cannolo e dall’irruenza del lemongrass. Buonissimo.
Mia moglie contestualmente si è gustata rispettivamente una Tartare di chianina con cremoso di avocado e alghe di mare, mentre mio figlio è passato direttamente ai Tortelli di lepre con fegato grasso, fonduta di parmigiano e salsa al rosmarino.
Delicatissimi tortelli di lepre con fegato grasso, fonduta di parmigiano e salsa al rosmarino Fantastica tartare di chianina cremoso di avocado e alghe di mare
Ho assaggiato entrambi e pur non essendomi affatto pentito della mia scelta, debbo dire che meritavano entrambi, soprattutto la tartare! Delicata, dai bei contrasti ed anche rinfrescante.
Finalmente il Primo Piatto!
Dopo una piccola attesa intramezzata da un continuo rabbocco di bollicine, passo al primo: Tortelli di patate con funghi e tartufo. Sul palato è risultato eccellente, il piatto era gustoso e la cosa che mi ha fatto davvero impazzire è che tutto fosse perfettamente equilibrato, nessun sapore sovrastava l’altro. La stella Michelin qui si è fatta sentire.
Siamo al dolce, prima però…
Poco dopo aver indicato il nostro dolce al giovane staff, veniamo subito sorpresi da un incantevole predessert. In una ciotola di vetro ci viene servito un Gelato alla crema e cioccolato bianco con granella di meringa. Non vi dico.
Il mio stomaco a questo punto mi dice stop ma il mio palato e la mia curiosità sono più forti di ogni resistenza. Terminato il predessert arriva il vero dolce, uno dei miei preferiti ma in versione rivisitata, Tiramisù “a modo nostro“. Si tratta di una sorta di tiramisù scomposto, dove i vari elementi possono essere ripresi tutti assieme nel cucchiaio. C’è un “leggero” mascarpone, vaniglia, cacao amaro a granelli, l’ottimo caffè e persino l’amaretto. Il sapore è divino, da provare e riprovare.
Il caffè, mai da solo
L’esperienza gastronomica è quasi terminata ma come ogni finale che si rispetti è necessario ancora un effetto sorpresa, che arriva puntualmente assieme ad un eccellente caffè.
Nocciole pralinate, macarons al cacao, meringhette e gommose ai frutti di bosco, tutto adagiato su un lettino d’erba (vera!) fanno da contorno al momento conclusivo del pasto. Il gran finale è servito.
Bene, è ora di passare agli attesissimi voti ed al mio giudizio finale.
I miei voti per il ristorante Castello di Fighine
Ambiente 9
Arrivare al Castello di Fighine ed al ristorante al suo interno è parte integrante dell’esperienza. Entrare in un ristorante le cui mura risalgono al Medioevo è sempre emozionante. L’interno è elegante ma caldo, si susseguono ambienti l’uno dopo l’altro
Accoglienza 8,5
Da un ristorante stellato ci si aspetta la perfezione e qui c’è la perfezione. Oltre ad essere accolti con la massima cortesia e savoir faire, il tempo è scandito da continue coccole. Aperitivo di benvenuto, entree, stuzzichini, pane, pane e poi pane. Insomma nulla è lasciato al caso.
Atmosfera 9
Una delle caratteristiche più straordinarie quanto naturali in questo ristorante è la luce che si insinua attraverso la vegetazione che copre tutto il dehors. Pur sapendo che si tratta di un elemento volutamente casuale è la caratteristica che ho apprezzato di più. Per il resto consiglio vivamente di andare in primavera o d’estate, gli interni sono affascinanti ma quello che si può apprezzare fuori è un’altra cosa.
Servizio 9
Se c’è una cosa che rimprovero spessissimo a tutto ciò che circonda il Made in Italy è il servizio. Al Castello di Fighine il servizio è parte integrante dell’esperienza, Heinz Beck lo sa e lo gestisce come si deve. Fantastici.
Personale 9,5
Il personale è perfettamente coordinato e attento, non ci sono pause e tutto si muove secondo uno spartito studiato e ristudiato. La sinfonia che ne consegue è perfetta e si sente.
Cibo 8,5
L’attenzione per la materia prima e la capacità di sperimentare con estrema sicurezza rendono questo ristorante un’eccellenza. Quando il tutto è condito poi da un senso estetico di primo livello tutti i sensi vengono soddisfatti.
Prezzo 7,5
La stella Michelin si fa sentire, così è e non c’è da scandalizzarsi, ne consegue che il conto non sia per tutte le tasche. Se si può meglio un giorno da leoni che…
Bagno 7
All’altezza, un po’ scomodo da raggiungere quando si mangia all’esterno ma pulito e manutenuto. Bene.
Giudizio finale 8,5
Non devo certo essere io a tessere le lodi di uno dei maestri della cucina italiana e per questo mi limiterò a dire che il ristorante Castello di Fighine è un luogo davvero speciale dove fare una sosta o dove passare un weekend (se si ha un discreto gruzzoletto da parte!). Quello che stupisce della cucina di Heinz Beck è ancora una volta la capacità di sorprendere il cliente e l’attenzione spasmodica per i dettagli. Tre ore davvero ben spese.
Cosa dicono le Guide Cartacee
Guida Michelin 2018: 1 stella e 3 coperti
Guida Espresso 2018: 15 su 20
Guida Gambero Rosso 2018: non segnalato
Cosa dicono i Clienti Online
TripAdvisor: 4,5 pallini
Google Maps: 4,2 stelle
Booking: (per chi volesse passarci qualche notte): 4,9 stelle